Roma, l’esclusione di quattro disabili dai licei: una lotta per l’inclusione educativa

A Roma, quattro madri si sono trovate ad affrontare una dura battaglia per consentire ai loro figli con gravi disabilità cognitive di frequentare un qualsiasi liceo della città durante l’anno scolastico 2023/2024. Purtroppo, tutte le richieste di iscrizione sono state respinte o i ragazzi sono stati considerati inadatti a causa delle evidenti carenze strutturali e di sostegno presenti nelle scuole. Una madre ha deciso di intraprendere un’azione a livello politico, appellandosi al ministero dell’Istruzione, per evitare che situazioni simili si ripetano in futuro. In risposta, il ministro Valditara ha ordinato un’ispezione per fare luce su quanto accaduto.

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Difficoltà nell’iscrizione ai licei

La storia di Roma, raccontata da una delle madri coinvolte, è una testimonianza toccante di una lotta imprevista. Dopo aver contattato ben 12 o 13 licei, la madre si è trovata costretta ad iscrivere suo figlio presso una scuola paritaria. Ha fatto un appello al ministero dell’Istruzione, chiedendo azioni concrete per affrontare il problema. Questa madre, insieme ad altre tre donne i cui figli frequentavano la stessa scuola media in un quartiere a nord di Roma, ha ricevuto il rifiuto di iscrizione da parte di licei di diversi indirizzi.

Il caso dell’Istituto Emilio Sereni

Inizialmente, la madre si è rivolta all’Istituto Emilio Sereni, un liceo agrario che sembrava potesse essere più adatto alle esigenze del suo bambino. Purtroppo, anche presso il Sereni, la situazione è diventata complicata e, a febbraio, è arrivato il rifiuto all’iscrizione. Si è scoperto che, nonostante la legge 104 preveda che gli studenti disabili abbiano il punteggio massimo nelle graduatorie, una circolare ministeriale ha delegato ai singoli Consigli di istituto il compito di stabilire i criteri per la priorità nell’ammissione. Nel caso del Sereni, il liceo ha rifiutato tre ragazzi disabili poiché non appartenevano all’area di utenza della scuola. La preside è rimasta insensibile a qualsiasi appello, persino da parte dell’Usr, denuncia una delle madri coinvolte.

La ricerca di alternative

Le quattro donne hanno quindi iniziato a vagliare diverse scuole, una vera e propria ricerca che si è rivelata complessa e tardi è stata presa in considerazione anche dalla dirigente scolastica dell’istituto frequentato attualmente dai quattro giovani, che ha sollecitato l’Usr. Tra i licei contattati ci sono istituti di varie specializzazioni e zone di Roma, come il Domizia Lucilla, il Vespucci, l’Istituto Enrico Fermi, il Pascal, il Calamandrei e il liceo scientifico Farnesina. Le risposte ricevute sono state spesso emblematiche, come quella dell’insegnante di sostegno dell’Istituto Enrico Fermi, che ha affermato: “Perché dovete iscriverli in queste scuole? Una scuola è uguale a un’altra se non sono in grado di fare grandi cose”. Di fronte a tale situazione, è stato lanciato un appello diretto al ministero dell’Istruzione per evitare che episodi del genere si ripetano in futuro.

Denuncia e ispezione ministeriale

La vicenda di Roma ha suscitato anche l’indignazione dell’esponente del Partito Democratico, Marco Furfaro, capogruppo dem in commissione Affari Sociali e membro della segreteria del partito. Furfaro ha definito l’esclusione dei quattro ragazzi con disabilità grave dalla scuola pubblica come una circostanza gravissima e ha presentato un’interrogazione a Valditara, il ministro dell’Istruzione. In risposta, il ministro ha deciso di avviare un’ispezione immediata negli istituti coinvolti, al fine di fare luce sulle cause che hanno portato all’esclusione degli studenti. Valditara ha affermato che, se le testimonianze dei genitori verranno confermate, si tratterebbe di una situazione allarmante e verranno intraprese le misure necessarie per garantire chiarezza e affrontare la questione in modo adeguato.

Conclusione

La vicenda di Roma, in cui quattro disabili sono stati esclusi dall’iscrizione ai licei della città, evidenzia le sfide ancora presenti nell’ambito dell’inclusione educativa. Le madri coinvolte hanno dovuto affrontare un’odissea per garantire ai loro figli l’accesso all’istruzione superiore. È importante che le istituzioni educative e il ministero dell’Istruzione si impegnino attivamente per rimuovere gli ostacoli che impediscono ai ragazzi disabili di godere dei propri diritti educativi. La recente ispezione ministeriale rappresenta un passo nella giusta direzione per affrontare e risolvere questa problematica, ma è necessario un impegno continuo per garantire un’educazione inclusiva per tutti gli studenti, indipendentemente dalle loro capacità o disabilità.

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