L’ambientalismo ideologico sta subendo un’intensificazione delle proteste in Italia e in Europa, con gruppi di eco ribelli che adottano metodi d’azione sempre più estremi.
Azioni contro gli attivisti in Germania e Olanda
Recentemente, la polizia tedesca ha effettuato perquisizioni e sequestri in sette stati contro gli attivisti del gruppo “Letzte Generation” (Ultima Generazione), sospettati di “formare o sostenere un’organizzazione criminale”. Tra le accuse, vi è quella di aver pianificato il sabotaggio dell’oleodotto Transalpino, che collega l’Italia e il porto di Trieste con la Germania e l’Europa centrale.
In Olanda, la polizia ha arrestato oltre 1.500 persone durante un’azione del movimento ambientalista Extinction Rebellion all’Aia, protestando contro i sussidi ai combustibili fossili. Alcuni arrestati saranno perseguiti anche per vandalismo e oltraggio.
Occupazioni nelle università italiane
In Italia, sono in corso occupazioni nelle università per chiedere lo stop ai fossili. Al dipartimento di Geologia a La Sapienza di Roma, gli attivisti hanno avviato un’occupazione “a oltranza”, chiedendo all’ateneo di cancellare gli accordi con le aziende “responsabili della crisi climatica”. Situazioni simili si sono verificate anche a Torino e alla Statale di Milano.
Il movimento End Fossil, nato nei Paesi Bassi, ha promosso occupazioni in contemporanea in numerosi paesi per “porre fine all’era dei combustibili fossili”. L’intento rivoluzionario di un certo ambientalismo non è un mistero, e la storia ci insegna come rivoluzioni iniziate con intenti nobili abbiano poi compiuto una deriva radicale.
Il rischio di una deriva radicale
Dopo l’alluvione dell’Emilia Romagna e la protesta per il caro affitti, sembra essere avvenuto un cambio di passo anche in Italia con un’asse tra i collettivi e i movimenti ambientalisti radicali che hanno individuato nelle occupazioni uno strumento per portare avanti le loro rivendicazioni sulla “crisi climatica”.
Limitare la libertà di ricerca e l’attività universitaria
La scelta di occupare il dipartimento di Geologia non è casuale, poiché gli eco ribelli ritengono che da questa disciplina provengano il maggior numero di scienziati critici di un certo approccio all’ambientalismo, dovuto alle relazioni con le grandi aziende di fossili. In sostanza, si tratta di un tentativo di limitare la libertà di ricerca e l’attività universitaria.
Un esempio di ciò è avvenuto a Barcellona, dove l’ateneo è stato costretto a inserire un insegnamento obbligatorio sulla “crisi climatica” e sospendere gli accordi con le aziende contestate, dopo una lunga occupazione.
Fino alla vittoria?
Lo slogan del movimento “end fossil” è “fino alla vittoria”, ma il rischio è che per raggiungere l’obiettivo ogni mezzo diventi lecito, con modalità ben più radicali di quelle viste fino ad oggi.