L’alluvione in Romagna: l’isolamento dell’Appennino e le sue implicazioni

Frane e alluvioni in Appennino: il dramma delle zone montane

L’Appennino romagnolo, nella provincia di Ravenna, è sotto assedio. Frane e alluvioni hanno travolto le sue aree montane, interrompendo le strade, demolendo le abitazioni e costringendo gli abitanti in una condizione di isolamento. Questo articolo cerca di fare luce sulla situazione corrente e sulle prospettive future di queste regioni.

 

La condizione attuale dell’Appennino romagnolo

Disconnessione delle infrastrutture e distruzione delle case

La via che unisce Casola Valsenio a Baffadi è chiusa a causa delle frane che hanno devastato la regione. Il manto stradale è marcato da crepe, abbassamenti o coperto di detriti e alberi, rendendo impraticabile la circolazione. In certi tratti, vasti segmenti della montagna sono crollati sulla strada, finendo nel fiume Senio, a cinquanta metri di distanza.

Edoardo Visani, tecnico presso una cooperativa locale di montagna specializzata nella gestione dei boschi, indica che numerose frane sono ancora in corso. Sottolinea l’impresa titanica per ripristinare la circolazione laddove è fattibile. Nonostante ciò, riconosce che il processo richiederà tempo e per diverse strade sarà necessario ideare nuovi percorsi.

Abitanti confinati e villaggi inaccessibili

Il consiglio dei geologi dell’Emilia-Romagna ha registrato oltre mille frane in 54 comuni, di cui 305 di rilevante importanza. In Romagna, a dieci giorni dall’alluvione, i villaggi di Brisighella e Modigliana sono accessibili solamente agli abitanti e ai soccorritori. Decine di frazioni, piccoli insediamenti e case isolate tra le montagne rimangono ancora inaccessibili.

All’interno del territorio di Casola Valsenio, un comune di 2.500 abitanti, su 92 chilometri di strade solo due sono percorribili. Il sindaco Giorgio Sagrini, esponente del Partito Democratico, sottolinea l’insufficienza di fondi per risistemare le strade e richiede al governo un decreto “che ci consenta di ottenere risorse per coprire l’intero costo delle infrastrutture del territorio, al fine di prevenire una crisi idrogeologica che possa portare a un crollo sociale ed economico”.

Le potenziali ripercussioni future

Abbandono delle terre e decremento della popolazione

La preoccupazione è che l’abbandono e il decremento della popolazione possano seguire le frane, un fenomeno che è già in atto nell’Appennino tosco-romagnolo. Già a metà aprile, il sindaco Sagrini aveva inviato una lettera alla giunta regionale chiedendo ulteriori finanziamenti per il comune, per “evitare uno spopolamento, soprattutto giovanile, che potrebbe tradursi in un abbandono del territorio”.

Gli abitanti si percepiscono trascurati rispetto a quelli delle zone di pianura, dove le città sono più ampie e i danni più considerevoli. “Sappiamo che il costo è elevato, ma siamo Romagnoli e ci mettiamo al lavoro. Tuttavia, sembra che nessuno ci ascolti. È come se non aver subito un metro d’acqua in casa fosse una nostra colpa”, ha commentato Silvia Sangiorgi, una residente, su Ravennanotizie.it.

Modifiche del panorama e del quotidiano

Casola Valsenio non ha subito inondazioni, ma è rimasta isolata. Situata su un altopiano sul fiume Senio, è circondata da frane che hanno stravolto il paesaggio e trasformato la quotidianità dei residenti. Non si può raggiungere alcun luogo, nemmeno l’area sportiva appena fuori dal paese. La strada per Castel Bolognese è riservata unicamente ai residenti.

I residenti delle frazioni di montagna, piccole comunità di poche case, sono stati evacuati con elicotteri. Molti sfollati sono stati sistemati nella palestra comunale, mentre altri sono stati alloggiati in appartamenti liberi o ospitati da parenti e amici.

L’attuale situazione dell’Appennino romagnolo è critica e le ripercussioni future potrebbero essere ugualmente severe. È essenziale che il governo e le autorità locali collaborino per individuare soluzioni a lungo termine per il ripristino delle strade, il supporto alle comunità locali e la prevenzione dell’abbandono del territorio e dello spopolamento.

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