Vaccino contro l’influenza aviaria per gli esseri umani. Stavolta non si vuole essere impreparati

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La comunità scientifica si prepara a far fronte alla minaccia di un’eventuale pandemia di influenza aviaria, dovuta a una nuova mutazione del virus H5N1 clade 2.3.4.4b, che sta uccidendo un gran numero di uccelli ed infettando anche i mammiferi. I maggiori produttori di vaccini antinfluenzali al mondo, tra cui GSK, Moderna e CSL Seqirus, hanno dichiarato di essere già al lavoro per la realizzazione di nuovi vaccini in grado di contenere la diffusione del virus nel caso in cui si verificasse una pandemia globale. Inoltre, Sanofi ha fatto sapere di avere in magazzino una scorta di vaccini H5N1 pronta per essere utilizzata in caso di emergenza.

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Tuttavia, non tutti potrebbero avere accesso ai vaccini, in quanto la maggior parte dei dosaggi sarebbe destinata ai paesi ricchi che hanno stipulato contratti di prevenzione a lungo termine con le aziende produttrici. Questo potrebbe creare il problema del “vaccine hoarding”, ossia l’accumulo di dosi da parte di alcuni paesi, impedendo ad altri di averne accesso. Durante l’emergenza COVID-19, molti paesi con maggiori risorse economiche hanno infatti garantito l’accesso alle dosi di vaccino per la propria popolazione prima di condividerle con altri paesi.

Il rischio di vaccine hoarding in una pandemia influenzale sarebbe maggiore rispetto all’emergenza sanitaria causata dal COVID-19. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito che il 10% della fornitura globale di vaccini contro la pandemia di influenza dovrebbe essere destinata ai paesi a basso e medio reddito, ma ora sta chiedendo garanzie per il 20% dell’approvvigionamento globale per affrontare le future pandemie.

L’OMS ha siglato accordi giuridicamente vincolanti con 14 produttori di vaccini pandemici per il 10% della loro produzione, sia per dosi donate che per quelle acquistate a un prezzo accessibile. Tra questi, ci sono anche sei dei più grandi produttori di vaccini antinfluenzali stagionali, tra cui GSK, Sanofi e CSL Seqirus.

Nel caso di una pandemia influenzale, le aziende produttrici di vaccini influenza si concentrerebbero sulla produzione di vaccini contro la nuova mutazione del virus. La capacità di produzione di vaccini antinfluenzali delle aziende sarebbe in grado di raggiungere centinaia di milioni di dosi, ma la produzione su larga scala di dosi specifiche per una mutazione virale richiederebbe diversi mesi di tempo.

La maggior parte dei potenziali vaccini pandemici sarebbe già stata approvata dai regolatori, in base ai dati degli studi clinici condotti sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini antinfluenzali stagionali. Ciò significa che, anche se i vaccini dovessero essere ulteriormente perfezionati per adattarsi alla nuova mutazione virale, non sarebbero necessari ulteriori studi clinici. Tuttavia, sarà necessario raccogliere dati sull’efficacia dei vaccini in tempo reale, in caso di diffusione della nuova mutazione.

L’OMS ha comunicato che esistono circa 20 vaccini con licenza per la più ampia classe di virus H5N1 dell’influenza aviaria. Inoltre, ci sono anche trattamenti antivirali disponibili per le persone già infette.

Gli esperti stanno da tempo sollecitando l’adozione di nuovi approcci nella produzione dei vaccini antinfluenzali, sia stagionali che pandemici. La tecnologia mRNA utilizzata per la produzione del vaccino contro COVID-19, che si basa sull’utilizzo di informazioni genetiche del patogeno, invece che sulla coltivazione del virus stesso, potrebbe rappresentare un’opzione valida anche per la produzione di vaccini pandemici contro l’influenza aviaria.

La ricerca sui vaccini mRNA pandemici contro l’influenza aviaria è già stata avviata da Moderna. La società sta pianificando un piccolo studio clinico sull’efficacia del suo vaccino mRNA pandemico contro il nuovo sottotipo di influenza aviaria nel primo semestre del 2023. La tecnologia di questo vaccino pandemico si basa sul modello di quello anti-influenzale stagionale, ma è stato modificato per adattarsi al nuovo sottotipo virale. Se i risultati della sperimentazione saranno positivi, Moderna potrebbe essere in grado di rispondere molto rapidamente in caso di emergenza.

La questione dell’accesso equo ai vaccini durante una pandemia globale rimane un problema importante che richiede l’adozione di una strategia globale coordinata. L’OMS sta cercando di assicurare l’accesso ai vaccini per i paesi a basso e medio reddito, ma è importante che tutti i paesi si impegnino a condividere le dosi in modo equo e a collaborare nella lotta contro una potenziale pandemia.

In conclusione, la comunità scientifica è al lavoro per sviluppare nuovi vaccini antinfluenzali pandemici contro la nuova mutazione virale dell’influenza aviaria. L’esperienza dell’emergenza COVID-19 ha messo in luce la necessità di adottare un approccio coordinato e globale per garantire l’accesso equo ai vaccini durante una pandemia globale. Speriamo che questa esperienza possa rappresentare una lezione importante per il futuro e che le lezioni apprese possano essere applicate per migliorare la preparazione e la gestione delle future emergenze sanitarie.

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