La recente decisione della Germania di consentire la commercializzazione di autoveicoli con motori termici alimentati con carburanti sintetici (e-fuel) anche dopo il 2035, escludendo però i biocarburanti, ha creato non poche preoccupazioni in Italia. Come puntualizzato dal Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, l’Italia cercherà di far valere la propria posizione e far comprendere all’Unione Europea l’importanza di inserire i biocarburanti tra i combustibili verdi.
Ma l’Europa sembra non collaborare e affossare l’Italia, che ha investito molto nei biocarburanti. Come sottolineato anche dal Ministro dei trasporti Matteo Salvini, questi combustibili rappresentano un’alternativa all’auto elettrica, su cui l’Italia ha sviluppato una grande expertise.
La questione è stata sollevata anche dal capodelegazione di Fratelli d’Italia-Ecr al Parlamento europeo Carlo Fidanza, che ha sottolineato l’importanza di non mollare su questo punto e ha espresso sostegno al governo Meloni nella difesa dei biocarburanti.
La transizione energetica è un tema cruciale per l’Europa e la necessità di trovare soluzioni condivise dovrebbe essere una priorità. Ma come già accaduto per l’energia, anche nel caso della direttiva green europea sull’auto, la Germania si è mossa in modo unilaterale raggiungendo un accordo con l’Ue che sembra penalizzare l’Italia.
La palla ora torna al Consiglio, dove si deciderà se l’intesa raggiunta con la Germania consentirà di dare il via libera definitivo allo stop ai motori endotermici dal 2035 con o senza biocarburanti. La comunità europea deve essere in grado di ascoltare le diverse esigenze dei paesi membri e trovare soluzioni condivise che non penalizzino nessuno.
In questo senso, l’Italia, che ha dimostrato di essere all’avanguardia nella produzione di biocarburanti, deve essere tutelata e sostenuta, per consentire una transizione energetica efficace e sostenibile per tutti.