Sono più di 434 mila le persone morte in questi ultimi mesi di coronavirus, ma la letalità dell’infezione da covid non si distribuisce in modo omogeneo: alcune malattie croniche, come il diabete o le patologie polmonari e cardiovascolari, predispongono a forme più gravi della malattia.
Una stima pubblicata sul Lancet Global Health mostra come il 22% della popolazione globale, è affetto da almeno una patologia che può aggravare l’infezione da coronavirus.
In questa analisi, c’è da precisare che non sono stati presi in considerazione gli anziani in buone condizioni di salute, poiché rientrano già nelle categorie a rischio, e non lo sono nemmeno nemmeno fattori come l’obesità e la povertà, poiché legati a esiti più seri.
Lo studio è stato condotto da Andrew Clark, alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, partendo dal Global Burden of Disease Study, ovvero un’analisi epidemiologica sulla salute globale aggiornata al 2017, per quantificare il numero di persone che rientrano in almeno una delle 11 categorie a rischio, cioè malattie cardiovascolari (ipertensione inclusa), malattie croniche di reni, apparato respiratorio e fegato, diabete, cancro con uso diretto di immunosoppressori o immunosoppressione causata dalle terapie, HIV o AIDS, tubercolosi, malattie neurologiche croniche e anemia.
Non esistono studi su ognuna di queste condizioni in relazione alla Covid-19, per cui alcune patologie sono state incluse esclusivamente come probabili fattori di rischio.
Gli scienziati hanno concluso che oltre un quinto della popolazione mondiale corre un rischio aumentato di sviluppare forme più gravi di covid, anche se non tutti loro richiederanno un ricovero. Solo il 4% della popolazione mondiale dovrebbe aver bisogno di cure ospedaliere per il virus, e sono inclusi anche gli anziani senza particolari problemi di salute.
Le forme serie di coronavirus sono aumentate nei Paesi con una popolazione più anziana, nei Paesi africani con un’alta incidenza di HIV o AIDS e nelle piccoli nazioni insulari con alta prevalenza di diabete.
Ciò che porta un paziente a sviluppare forme gravi di covid-19, però, non è ancora del tutto chiara, ed è legata ad almeno in parte ad elementi socio economici quali povertà e difficile accesso alle cure, dei parametri non presi in considerazione dallo studio.
Nonostante ciò, la povertà è molto spesso alla base di malattie croniche quali diabete o malattie cardiovascolari, e in un certo senso potrebbe aver lasciato una traccia nascosta nei dati dello studio.
Lo studio serve affinché si possa prendere atto di come la Covid-19 non colpisca tutti allo stesso modo, così da capire chi dovrà essere vaccinato per primo.