Le misure di contenimento per contrastare la Pandemia di COVID-19 in Svezia sono estremamente limitate rispetto a buona parte del Mondo, in particolare a confronto con quasi tutti i Paesi occidentali, tanto che tali scelte sono state criticate anche aspramente.
In questi giorni si occupa di che fare la stampa locale, che risponde ai vari Paesi su quello che è il loro punto di vista il vivere la pandemia. Un modello di comportamento che non ha comportato il collasso delle strutture ospedaliere, e neppure una strage di cittadini.
In Svezia ci sono stati circa 12.000 contagi accertati, e oltre 1000 morti. L’approccio che è stato intrapreso dal governo svedese è decisamente soft nei contenimento della Pandemia, in quanto non sono state attivate misure restrittive come in Italia, Francia, Germania, Stati Uniti e tanti altri paesi nel Mondo dove la gestione è ancor più complessa, esempio in Cina e India, dove vivono circa 3 miliardi di persone.
I talk show locali trattano l’argomento diffusamente, con pareri discordanti su tenere tutto aperto o chiudere tutto come altrove. C’è da dire che gli svedesi stanno seguendo piuttosto scrupolosamente le indicazioni per evitare il contagio. Le strade di Stoccolma e di altre città sono semi vuote, ma non deserte come da noi. Non si sono fermate neppure le attività. Per chi esce di casa non ci sono sanzioni.
Eppure, in Svezia non c’è l’emergenza sanitaria come sta avvenendo in altri grossi Paesi. Gli svedesi sostengono che una scelta come quella avvenuta in molti paesi è parecchio difficile da sostenere, soprattutto per quanto concerne la tenuta dell’economia.
In molti Paesi le attività commerciali e ricettive rischiano la chiusura dell’attività. Si abbasserà il reddito medio dei cittadini, e contestualmente si contrarranno anche le tasse che affluiranno agli Stati, con il rischio che si riduca a lungo termine la qualità dei servizi. E’ iniziata la recessione.
Fare una scelta è una sorta di cane che si morde la coda. Chiudere si rivela utile per contenere i contagi, ma d’altra parte sottrae risorse utilissime per sopravvivere. La scelta svedese è un approccio complesso da interpretare, ma gli svedesi in buona parte lo difendono.
Dalla loro parte c’è la densità di popolazione che è decisamente inferiore rispetto ad altri Paesi, quindi è più facile il distanziamento sociale che da noi. Immaginatevi cosa sarebbe avvenuto in città come Milano o Roma, Napoli, o all’estero Berlino, New York, etc.. tutte metropoli intasate da milioni di persone che si spostano contemporaneamente per lavoro, studio, salute. Il distanziamento sociale nelle metropoli non è improvvisabile.
Tuttavia, ogni scelta in democrazia andrebbe rispettata. Il governo svedese è stato attaccato per la sua decisione, da gran parte della stampa internazionale, ma anche da vari capi di stato.