Il coronavirus colpisce molto più gli uomini che le donne. Questo dato emerge in modo incontrovertibile sulla base dei dati diffusi dall’Istituto Superiore della Sanità. Gli uomini infatti rappresentano circa il 60% del totale delle persone infette e addirittura il 70% del numero di ricoverati in terapia intensiva.
Cosa significa tutto questo? Le donne appaiono non solo meno suscettibili al virus rispetto alla popolazione maschile, ma in genere presentano sintomi meno gravi e hanno un rischio di morte inferiore in tutte le fasce d’età, tranne gli ultra 90enni. Il tasso di letalità è quasi doppio negli uomini in raffronto alle donne.
Gli esperti, fra i quali l’immunologo Alberto Mantovani dell’Humanitas di Milano, stanno cercando quali possono essere le spiegazioni al fatto che le donne resistono meglio agli attacchi del nuovo coronavirus. Si concorda sul fatto che vi è un mix di cause che consentono alle donne di resistere meglio al virus.
Una primo fattore favorevole risiederebbe nel sistema immunitario più efficiente nelle donne, più forti per natura. Le risposte immunitarie messe in campo dall’organismo femminile hanno un maggior vigore rispetto agli uomini e questo ha un senso da un punto di vista evolutivo.
Una seconda ragione ha a che fare con la genetica. Ricerche ancora sperimentali sulle caratteristiche del SARS-CoV-2 indicano come presenza di una doppia copia del cromosoma X nel genoma femminile potrebbe costituire un vantaggio contro il contagio.
In sostanza questa peculiarità rende più efficace il meccanismo genetico che inibisce la proteina Ace-2 e impedisce al virus di usarla come recettore per entrare nella cellula. Inoltre sullo stesso cromosoma X ci sono anche alcuni geni della risposta immunitaria, come ulteriore vantaggio per le donne.
Ancora esiste l’aspetto degli ormoni con assetto ben diverso fra i due sessi. La produzione di estrogeni da parte delle donne, infatti, è solita creare resistenze naturali contro molte patologie, come ad esempio quelle cardiovascolari.
Gli uomini tendono a soffrire di malattie cardiovascolari in anticipo rispetto alle donne, che sono appunto protette dagli ormoni fino alla menopausa. L’effetto positivo a favore delle donne è tale però da perdurare anche dopo la menopausa, spiegando le maggiore resistenza delle donne anche in tarda età.
Non meno importante è poi l’aspetto legato agli stili di vita, con una maggiore propensione delle popolazione maschile ad adottare comportamenti poco salutari, in particolare legate al fumo, al consumo di alcool e all’alimentazione squilibrata.
Per tutte le ragioni ultime elencate, gli uomini sono più esposti a quelle patologie come ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari o respiratorie croniche. Tali patologie aggravano i sintomi e aumentano le probabilità di morte da Covid-19, come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.