Il salvataggio di Credit Suisse non ferma l’ansia sulla banca e scatena l’indignazione in Svizzera Le principali istituzioni finanziarie europee stanno cadendo in borsa questo lunedì, mentre la crisi della First Republic Bank si intensifica dall’altro lato dell’Atlantico.
La vendita di Credit Suisse a UBS domenica ha evitato il peggio di una caduta incontrollata di un simbolo del potere finanziario svizzero, ma il suo salvataggio potrebbe non essere l’ultimo capitolo della crisi bancaria iniziata negli Stati Uniti quasi due settimane fa. Le istituzioni europee stavano subendo importanti perdite all’inizio della giornata in borsa, anche se si sono moderate durante la sessione, in mezzo a una grande volatilità. Tra le maggiori danneggiate c’è la stessa UBS, con le sue azioni in calo del 5%, e i ribassi che hanno superato il 15%. Il prezzo pagato da Credit Suisse, 3 miliardi di euro, può sembrare economico se si considera che era valutata 7,5 miliardi solo due giorni prima, ma la società, ora diventata la grande dominatrice del settore in Svizzera e uno dei giganti dell’Europa, dovrà dimostrare di essere in grado di digerire l’acquisizione.
La salvezza in extremis lascia come lettura positiva che le autorità sono state abbastanza rapide nel preparare in tempi record un cortafuoco, ma la diffidenza per la fine brusca di una delle banche europee di bandiera, unita al fatto che i problemi delle entità regionali negli Stati Uniti non sembrano aver toccato il fondo – la First Republic Bank sta di nuovo crollando prima dell’apertura del mercato statunitense – non riescono a placare l’incertezza. L’indice Stoxx Europe 600 Banks, che raggruppa 600 entità, ha perso l’1,5% alle 13:00, dopo aver raggiunto il doppio nei primi momenti. Deutsche Bank e Commerzbank tedesche, ING olandese e Société Générale francese erano tra le più colpite. Gli spagnoli, d’altra parte, resistevano meglio dei loro pari europei.
Il mercato non ha gradito nemmeno il fatto che i possessori di 16 miliardi di euro in debito ad alto rischio di Credit Suisse perderanno tutto mentre gli azionisti riceveranno 3 miliardi. La quotazione di Credit Suisse, sebbene ormai irrilevante perché la sua integrazione in UBS è chiusa, rifletteva oggi lo sconto con cui è stata venduta: è scesa del 60% a 0,73 franchi, un colpo significativo per coloro che detenevano ancora azioni, ma inferiore a quello dei portatori di obbligazioni, un ordine di priorità opposto a quello seguito nella zona euro, come ha ricordato in una dichiarazione la Banca Centrale Europea.
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