La presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite passa nelle mani della Russia, un Paese che sta portando avanti un conflitto alle porte dell’Europa ed è soggetto ad un mandato d’arresto internazionale per presunti crimini di guerra. Kiev protesta vivamente definendo questo evento “un colpo alle relazioni internazionali” e un “fallimento dell’istituzione”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si unisce alle proteste affermando che la presidenza del Consiglio da parte della Russia è una “vergogna”. Il suo ministro degli Esteri Dmytro Kuleba definisce invece questo evento un “schiaffo in faccia alla comunità internazionale”, esortando gli attuali membri del Consiglio a contrastare qualsiasi tentativo russo di “abusarne”.
Nonostante le proteste degli ucraini, gli Stati Uniti hanno affermato di non poter impedire alla Russia, membro permanente del Consiglio, di assumere questo ruolo, per lo più procedurale, ma dal forte valore simbolico. In un’intervista alla Tass, l’ambasciatore russo all’Onu Vassily Nebenzia ha definito “semplicemente assurda” l’idea di privare Mosca del diritto di presiedere il Consiglio, sottolineando tra l’altro che un’esclusione sarebbe impossibile senza modifiche alla Carta dell’Onu.
Il cambio al Palazzo di Vetro cade in un momento in cui l’offensiva invernale di Mosca nel Donbass starebbe dando solo “successi marginali a costo di decine di migliaia di vittime”, secondo l’intelligence britannica, che ha parlato di “progetto fallito”. Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha annunciato l’aumento significativo della produzione di armi, “comprese quelle convenzionali e di alta precisione”, per poter raggiungere gli obiettivi dell’operazione speciale.
Mark Milley, il capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti, ha avvertito che “è improbabile che l’Ucraina riesca a cacciare tutte le forze russe dal suo territorio entro quest’anno”, ma ha anche sottolineato che Mosca “ha fallito” dal punto di vista strategico e operativo e “ora sta fallendo anche dal punto di vista tattico”. Sui futuri scenari bellici potrebbe sicuramente pesare l’entità degli armamenti che Kiev riceverà nei prossimi mesi.
Secondo il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, i Paesi Nato hanno in programma di inviare in Ucraina due battaglioni di carri armati tedeschi Leopard 2 e quattro battaglioni di carri armati Leopard 1 per un totale di complessivi 160 tank entro il 2023. Il che – secondo i media ucraini – rappresenta circa la metà dei 300 richiesti da Kiev per la prevista controffensiva di primavera.
Nonostante l’assunzione della presidenza del Consiglio Onu da parte della Russia sia stata salutata da proteste e preoccupazioni da parte dell’Ucraina e di altri paesi, sembra che gli Stati Uniti non siano in grado di impedire alla Russia di assumere questo ruolo. Il cambiamento avviene in un momento in cui la situazione nel Donbass continua ad essere instabile e il conflitto tra Russia e Ucraina sembra essere in fase di escalation.
Secondo l’intelligence britannica, l’offensiva invernale di Mosca nel Donbass sarebbe stata un “progetto fallito” e avrebbe causato solo “successi marginali a costo di decine di migliaia di vittime”. Tuttavia, il ministro della Difesa russo ha annunciato un significativo aumento della produzione di armi, compresi quelli di alta precisione, per raggiungere gli obiettivi dell’operazione speciale.
In risposta, i Paesi Nato hanno in programma di inviare due battaglioni di carri armati tedeschi Leopard 2 e quattro battaglioni di carri armati Leopard 1 in Ucraina entro il 2023, rappresentando circa la metà dei 300 richiesti da Kiev per la prevista controffensiva di primavera.
La situazione nel Donbass è altamente volatile e la comunità internazionale è preoccupata per la situazione, in particolare per il rischio di un’escalation del conflitto e il possibile coinvolgimento di altri paesi. Nonostante le preoccupazioni, tuttavia, la presidenza russa del Consiglio Onu sembra essere procedurale e non dovrebbe avere un impatto significativo sulla situazione nel Donbass.
In conclusione, l’assunzione della presidenza del Consiglio Onu da parte della Russia ha provocato proteste e preoccupazioni in Ucraina e in altri paesi. Tuttavia, gli Stati Uniti non sono in grado di impedire alla Russia di assumere questo ruolo e la presidenza sembra essere procedurale.
Nel frattempo, la situazione nel Donbass rimane altamente volatile e la comunità internazionale è preoccupata per la situazione. Tuttavia, la controffensiva prevista dell’Ucraina, supportata dai Paesi Nato, potrebbe portare a una maggiore stabilità nella regione e ad una possibile soluzione del conflitto.
Ciò nonostante, la situazione rimane estremamente delicata e sarà necessario il coinvolgimento di tutti i paesi interessati per trovare una soluzione pacifica e duratura al conflitto. La presidenza russa del Consiglio Onu, quindi, rappresenta solo uno dei molti aspetti della situazione attuale e la comunità internazionale dovrà continuare a lavorare insieme per garantire la pace e la sicurezza internazionale.
La presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite passa nelle mani della Russia, un Paese che sta portando avanti un conflitto alle porte dell’Europa ed è soggetto ad un mandato d’arresto internazionale per presunti crimini di guerra. Kiev protesta vivamente definendo questo evento “un colpo alle relazioni internazionali” e un “fallimento dell’istituzione”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si unisce alle proteste affermando che la presidenza del Consiglio da parte della Russia è una “vergogna”. Il suo ministro degli Esteri Dmytro Kuleba definisce invece questo evento un “schiaffo in faccia alla comunità internazionale”, esortando gli attuali membri del Consiglio a contrastare qualsiasi tentativo russo di “abusarne”.
Nonostante le proteste degli ucraini, gli Stati Uniti hanno affermato di non poter impedire alla Russia, membro permanente del Consiglio, di assumere questo ruolo, per lo più procedurale, ma dal forte valore simbolico. In un’intervista alla Tass, l’ambasciatore russo all’Onu Vassily Nebenzia ha definito “semplicemente assurda” l’idea di privare Mosca del diritto di presiedere il Consiglio, sottolineando tra l’altro che un’esclusione sarebbe impossibile senza modifiche alla Carta dell’Onu.
Il cambio al Palazzo di Vetro cade in un momento in cui l’offensiva invernale di Mosca nel Donbass starebbe dando solo “successi marginali a costo di decine di migliaia di vittime”, secondo l’intelligence britannica, che ha parlato di “progetto fallito”. Il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu ha annunciato l’aumento significativo della produzione di armi, “comprese quelle convenzionali e di alta precisione”, per poter raggiungere gli obiettivi dell’operazione speciale.
Mark Milley, il capo dello stato maggiore congiunto degli Stati Uniti, ha avvertito che “è improbabile che l’Ucraina riesca a cacciare tutte le forze russe dal suo territorio entro quest’anno”, ma ha anche sottolineato che Mosca “ha fallito” dal punto di vista strategico e operativo e “ora sta fallendo anche dal punto di vista tattico”. Sui futuri scenari bellici potrebbe sicuramente pesare l’entità degli armamenti che Kiev riceverà nei prossimi mesi.
Secondo il ministro della Difesa tedesco Boris Pistorius, i Paesi Nato hanno in programma di inviare in Ucraina due battaglioni di carri armati tedeschi Leopard 2 e quattro battaglioni di carri armati Leopard 1 per un totale di complessivi 160 tank entro il 2023. Il che – secondo i media ucraini – rappresenta circa la metà dei 300 richiesti da Kiev per la prevista controffensiva di primavera.
Nonostante l’assunzione della presidenza del Consiglio Onu da parte della Russia sia stata salutata da proteste e preoccupazioni da parte dell’Ucraina e di altri paesi, sembra che gli Stati Uniti non siano in grado di impedire alla Russia di assumere questo ruolo. Il cambiamento avviene in un momento in cui la situazione nel Donbass continua ad essere instabile e il conflitto tra Russia e Ucraina sembra essere in fase di escalation.
Secondo l’intelligence britannica, l’offensiva invernale di Mosca nel Donbass sarebbe stata un “progetto fallito” e avrebbe causato solo “successi marginali a costo di decine di migliaia di vittime”. Tuttavia, il ministro della Difesa russo ha annunciato un significativo aumento della produzione di armi, compresi quelli di alta precisione, per raggiungere gli obiettivi dell’operazione speciale.
In risposta, i Paesi Nato hanno in programma di inviare due battaglioni di carri armati tedeschi Leopard 2 e quattro battaglioni di carri armati Leopard 1 in Ucraina entro il 2023, rappresentando circa la metà dei 300 richiesti da Kiev per la prevista controffensiva di primavera.
La situazione nel Donbass è altamente volatile e la comunità internazionale è preoccupata per la situazione, in particolare per il rischio di un’escalation del conflitto e il possibile coinvolgimento di altri paesi. Nonostante le preoccupazioni, tuttavia, la presidenza russa del Consiglio Onu sembra essere procedurale e non dovrebbe avere un impatto significativo sulla situazione nel Donbass.
In conclusione, l’assunzione della presidenza del Consiglio Onu da parte della Russia ha provocato proteste e preoccupazioni in Ucraina e in altri paesi. Tuttavia, gli Stati Uniti non sono in grado di impedire alla Russia di assumere questo ruolo e la presidenza sembra essere procedurale.
Nel frattempo, la situazione nel Donbass rimane altamente volatile e la comunità internazionale è preoccupata per la situazione. Tuttavia, la controffensiva prevista dell’Ucraina, supportata dai Paesi Nato, potrebbe portare a una maggiore stabilità nella regione e ad una possibile soluzione del conflitto.
Ciò nonostante, la situazione rimane estremamente delicata e sarà necessario il coinvolgimento di tutti i paesi interessati per trovare una soluzione pacifica e duratura al conflitto. La presidenza russa del Consiglio Onu, quindi, rappresenta solo uno dei molti aspetti della situazione attuale e la comunità internazionale dovrà continuare a lavorare insieme per garantire la pace e la sicurezza internazionale.