Dan Laffoley, dall’Internetional Union for Conseervation of Nature, ha coordinato lo studio sulla deossigenazione presentato alla COP25 di Madrid, e si dice molto preoccupato per il nostro pianeta.
Con questo studio si è notato che gli oceani hanno perso circa il 2% di ossigeno in cinquant’anni, con alcune aree, come la California, dove si sale anche al 40%.
La causa? Il riscaldamento globale. L’aumento della temperatura scaturisce dei cambiamenti nei flussi delle correnti oceaniche, rallentandole o addirittura fermandole, riducendo quindi lo scambio di ossigeno tra acqua e atmosfera.
Con emissioni di CO2 al ritmo attuale, la perdita salirebbe anche al 4% entro la fine di questo secolo. Ad aver causato un netto peggioramento è l’influsso di nutrienti raccolti dalle zone agricole e scaricati in mare: queste sostanze causano esplosioni nelle alghe, che vengono decomposte da batteri che utilizzano l’ossigeno.
Le conseguenze potrebbero essere catastrofiche sia per l’uomo che per gli ecosistemi. Infatti, le acque con una quantità minore di ossigeno sono meno vivibili per molti pesci quali tonno e pesce vela, fondamentali per la nostra specie, e le barriere coralline subirebbero dei danni devastanti.
La soluzione per Laffoley c’è: smettere di inquinare con un taglio netto di emissioni a livello globale.