Diciamo la verità, in molti si sarebbero aspettati qualcosa di più in riferimento alla fase 2 che prenderà il via il prossimo 4 maggio. Invece il Governo, con l’ultimo Decreto, ha preferito non esporsi e mantenere grandissima cautela. Sapevamo che non riaprivano le scuole, ma pensavamo ad una ripartenza più decisa.
Le riaperture delle attività saranno graduali e si dovrà attendere addirittura inizio giugno per parrucchieri e ristoratori. Per gli spostamenti è cambiato davvero poco, resta una sorta di lockdown quasi invariato sino al 18 maggio, ma sarà possibile passeggiare e fare sport non necessariamente nei 200 metri attorno casa.
Ci sarà sempre necessità di autocertificazione per tutti gli spostamenti, su cui sono state alleggerite le limitazioni. La grande novità riguarda la possibilità di far visita ai congiunti, intendendo con essi non solo i parenti, ma anche i fidanzati e gli affetti stabili dopo un chiarimento arrivato da Palazzo Chigi.
Il divieto di assembramenti e il distanziamento sociale restano le regole basilari. Esistono punti controversi nel decreto, lacune e vuoti d’interpretazione sui quali probabilmente assisteremo all’intervento di ordinanze di Regioni e Sindaci, tenuto anche conto del fatto che il contagio non è uguale su tutta Italia.
Tutto ciò potrebbe ancora creare molta e ulteriore confusione fra i cittadini. Inoltre, lasciando troppo campo all’interpretazione più o meno rigorosa, si rischia sempre di incappare in controlli delle forze dell’ordine che possono essere anche poco elastici, come già successo nelle ultime settimane.
Tornando alla falsa ripartenza, come mai il Governo ha mostrato poco coraggio? Da indiscrezioni sembra che siano state le “pressioni” del comitato tecnico scientifico a frenare il governo sulla possibilità di far ripartire numerose attività, così come di concedere un allentamento ai divieti di spostamento per i cittadini.
La relazione degli esperti guidati dal professor Silvio Brusaferro hanno analizzato tutti gli aspetti relativi alle possibili ripartenze del contagio nella “fase 2”, ritenendo che l’approccio cauto dovesse essere obbligatorio per mantenere il cosiddetto indice di contagio R0 sotto il valore 1.
Restano dubbi anche sulla piena efficacia delle mascherine, nonostante siano ampiamente consigliate nell’utilizzo per tutti. Sulla base di tutte queste ragioni, si è anche deciso di mantenere il divieto di celebrazione delle messe, oltre allo stop per la ripresa dell’attività di allenamento degli sport di squadra.
Si tratta di due temi non di secondaria importanza in Italia, ovvero il culto religioso ma anche il tema del campionato di calcio, un altro culto più profano per milioni di cittadini, che rischia seriamente di non poter riprendere e arrivare ad una conclusione.
Insomma, i rischi di una ripartenza del contagio appaiono molto alti, visto che il virus circola ancora in modo localmente importante per via della presenza di molti asintomatici. Non ci si può permettere che i sacrifici fatti finora siano vani. Inoltre vari esperti danno per certa una seconda ondata del virus per l’autunno.
In effetti, quanto accaduto in altri Paesi insegna come l’allentamento delle misure abbia fatto tornare a crescere la curva del contagio. Tutto ciò si scontra con l’esigenza ormai indifferibile di far ripartire l’Italia senza poter attendere oltre.
Centinaia di persone sono ormai completamente allo stremo e, nonostante gli interventi di sussidio da parte dello Stato, non sono in grado di reggere ancora il lockdown, con l’evidenza di un crescente aumento del rischio di tensioni sociali.