Pubblicato su MedRxiv, in attesa di verifica, lo studio dell’Università di Bonn, in Germania, cerca di capire come i contagi siano potuti avvenire maggiormente tra le mura domestiche.
I ricercatori hanno messo sotto esame 21 case del comune di Gangelt, nella Contea di Heinsberg, abitate da 43 adulti, 26 dei quali affetti da Covid-19.
Dopo aver raccolto campioni di aria, acqua dallo scarico dei lavandini, docce e wc, e di diverse superfici della casa dove potessero esserci tracce del virus, hanno esaminato tutto quanto.
Nei campioni d’aria non sono state trovate tracce dell’RNA del coronavirus, ma secondo i ricercatori “sono necessari ulteriori studi per escludere che si tratti di falsi negativi dovuti al metodo di campionamento utilizzato”.
Dai 66 campioni di acqua, invece, 10 sono risultati positivi al test (il 15%), così come 4 dei 119 oggetti analizzati (il 3%).
In nessuno dei campioni analizzati sono state isolate le particelle virali attive, ovvero di qualcosa in più che non traccia del virus.
“Non si esclude il contagio attraverso le superfici”, si legge sullo studio. Infatti, proprio per questo, i ricercatori consigliano di mantenere le superfici igienizzate e lavarsi spesso le mani, specialmente nelle case dove abitano delle persone affette da SARS-CoV-2.
Nonostante emerga dallo studio che la trasmissione aerea del virus, attraverso le goccioline (droplets) respiratorie (non le aerosol sospese nell’aria), sia quella più probabile, gli autori sottolineano che anche le acque di scarico potrebbero essere fonte di contagio: “Il ruolo dell’ambiente domestico nella trasmissione del virus, in particolare delle acque di scarico, di docce e lavandini, ha bisogno di essere chiarito ulteriormente”.