Il governo italiano, guidato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, sta accelerando i lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto che potrebbero iniziare già nel 2024. Domani, infatti, il decreto potrebbe essere presentato al Consiglio dei ministri come confermato dallo stesso ministro Salvini, che ha sottolineato come si stia “lavorando come matti” per raggiungere questo obiettivo.
La bozza del decreto sul Ponte di Messina, diffusa dall’agenzia Adnkronos, prevede che la società incaricata della costruzione dell’opera avrà una partecipazione di almeno il 51% del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che eserciterà i diritti dell’azionista d’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Anche Rfi spa, Anas spa, la Regione Sicilia e la Regione Calabria parteciperanno al capitale della società.
La bozza del decreto prevede anche l’assetto societario e la governance della Stretto di Messina S.p.a, la cui gestione sarà affidata a un consiglio di amministrazione composto da cinque membri, di cui due designati dal Ministero dell’economia e delle finanze, uno dalla Regione Calabria, uno dalla Regione Sicilia e due da Rfi e Anas. Il Collegio sindacale sarà composto da cinque membri, tre effettivi e due supplenti. La concessione dell’opera avrà una durata di trent’anni dalla sua entrata in esercizio.
Il decreto prevede anche la nomina di un commissario straordinario che sostituirà la società concessionaria per quanto riguarda le procedure di affidamento e la realizzazione dell’opera.
Le opposizioni al progetto del Ponte sullo Stretto sono divise: la capogruppo di Azione-Italia Viva in Senato, Raffaella Paita, ha espresso il sostegno dei moderati alle grandi opere, definendola un’opera strategica e chiedendo al governo di scegliere quale soluzione adottare tra le tre opzioni disponibili. Al contrario, il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ha attaccato il premier Giorgia Meloni definendo il progetto del Ponte sullo Stretto come uno spreco di denaro pubblico in nome dell’ideologia salviniana.
Il governo italiano, guidato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, sta accelerando i lavori per la realizzazione del Ponte sullo Stretto che potrebbero iniziare già nel 2024. Domani, infatti, il decreto potrebbe essere presentato al Consiglio dei ministri come confermato dallo stesso ministro Salvini, che ha sottolineato come si stia “lavorando come matti” per raggiungere questo obiettivo.
La bozza del decreto sul Ponte di Messina, diffusa dall’agenzia Adnkronos, prevede che la società incaricata della costruzione dell’opera avrà una partecipazione di almeno il 51% del Ministero dell’Economia e delle Finanze, che eserciterà i diritti dell’azionista d’intesa con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Anche Rfi spa, Anas spa, la Regione Sicilia e la Regione Calabria parteciperanno al capitale della società.
La bozza del decreto prevede anche l’assetto societario e la governance della Stretto di Messina S.p.a, la cui gestione sarà affidata a un consiglio di amministrazione composto da cinque membri, di cui due designati dal Ministero dell’economia e delle finanze, uno dalla Regione Calabria, uno dalla Regione Sicilia e due da Rfi e Anas. Il Collegio sindacale sarà composto da cinque membri, tre effettivi e due supplenti. La concessione dell’opera avrà una durata di trent’anni dalla sua entrata in esercizio.
Il decreto prevede anche la nomina di un commissario straordinario che sostituirà la società concessionaria per quanto riguarda le procedure di affidamento e la realizzazione dell’opera.
Le opposizioni al progetto del Ponte sullo Stretto sono divise: la capogruppo di Azione-Italia Viva in Senato, Raffaella Paita, ha espresso il sostegno dei moderati alle grandi opere, definendola un’opera strategica e chiedendo al governo di scegliere quale soluzione adottare tra le tre opzioni disponibili. Al contrario, il leader dei Verdi, Angelo Bonelli, ha attaccato il premier Giorgia Meloni definendo il progetto del Ponte sullo Stretto come uno spreco di denaro pubblico in nome dell’ideologia salviniana.