L’avreste mai detto che l’Italia avrebbe ricevuto elogi da tutto il Mondo per la gestione della prima ondata della pandemia?
Sembrano lontani i giorni in cui la stampa internazionale scriveva dell’Italia di un Paese efficiente ed efficace nella gestione di una bomba sanitaria come è una pandemia, anche se c’era chi in sordina faceva meglio di noi per varie ragioni.
Or ora viviamo una situazione di stallo, dove è ben noto a tutti che presto affronteremo imposizioni impopolari dalle varie istituzioni per contenere i contagi, però la situazione di attesa ha generato una sorta di pre-lockdown.
Da giorni e giorni si annunciano altre restrizioni, chiusure di questo quello per voci di corridoio sfuggite da palazzi istituzionali. Ciò sta accrescendo l’ansia dell’attesa di decisioni che cambieranno la nostra libertà, l’economia, il lavoro, l’istruzione. Questo periodo non siamo in lockdown, e neppure in pre-lockdown, in quanto nulla di questo è certo, però la sensazione diffusa è questa.
Siamo in pandemia, non c’è un vaccino pronto da immettere per iniziare a rallentare i contagi. Poi c’è difficoltà a reperire il normale vaccino influenzale che è essenziale per ridurre le allerte alle prime linee di febbre. La situazione non è di certo da sottovalutare, ma abbiamo necessità di equilibrio, conoscere programmi in modo ben più esaustivo.
Considerato come viviamo questa fase, non sarebbe stato più utile fare subito una serie di restrizioni a tempo per abbassare i contagi? Elaborare a medio e lungo termine un programma in cui tutti ci saremmo organizzati, con avremmo potuto pianificare il lavoro e la nostra vita? Ben sappiamo che la situazione è soggetta a variazioni difficilmente prevedibili, ma i modelli matematici hanno elaborato una serie di linee di tendenze che vengono costantemente aggiornate, e su queste ci sono sicuramente delle ipotesi di contromisure da attuare per lenire i contagi.
Or ora siamo in attesa di un decreto, una nuova ordinanza nazionale a cui poi si sommeranno quelle locali. È evidente che questa volta la decisione è difficile da prendere, va discussa come è giusto che sia, ma nel frattempo viviamo come sopra una graticola rovente.
In TV non si parla altro che di pandemia, con congetture di ogni forma. I giornali italiani abbondano di tali notizie, come se tutto attorno il Mondo si sia fermato.
La pandemia merita di avere visibilità, ma scrutando i giornali europei, notiamo che il bombardamento mediatico è decisamente più soft di quello italiano, e pur parecchio, anche laddove, come la Spagna, i contagi sono il doppio che i nostri, per non parlare della Francia, così del Regno Unito.
Non vogliamo censurare l’informazione, ma con l’attuale formula si accrescono patologie come l’ansia, la depressione.
Non sosteniamo di ignorare il problema, però buona parte degli italiani sono consapevoli di ciò che succede, e ci serve anche trovare spazio per vivere e respirare anche un po’ di positività. La pandemia c’è, ma se si seguono accuratamente le indicazioni, le possibilità di contrarre il virus si abbassano sensibilmente.
E comunque, il virus non è davanti alla porta di casa a suonare il campanello 24 ore al giorno. Lasciateci spazio ad avere un po’ di serenità, dateci notizie certe, non ipotesi di tesi. Grazie