Coronavirus, ricerca: rischio di infezione diviso in gruppi sanguigni

Una ricerca, a cui ha collaborato l’Università di Milano, conferma come alcuni gruppi sanguigni siano più a rischio di altri.

Molto importante il risultato ottenuto dalla ricerca internazionale pubblicata sul New England Journal of Medicine, e coordinata dal gruppo dell’Università di Kiel, in Germania.

Pare siano state scoperte due varianti genetiche, entrambe legate ai gruppi sanguigni, che sono associate al maggior rischio di ammalarsi gravemente di Covid-19.

“I nostri dati genetici – scrivono i ricercatori – confermano che le persone di gruppo sanguigno 0 hanno un rischio inferiore di ammalarsi di Covid, rispetto ad altri gruppi sanguigni, e le persone con gruppo sanguigno A positivo, hanno un rischio maggiore, circa il 45% in più di sviluppare l’infezione”.

 

La ricerca, dove ha collaborato anche l’Università di Milano, ha confrontato il DNA di 1900 persone italiane e spagnole malate di Covid.19 e in condizioni gravi, con quello di 2.300 individui sani.

 

“Abbiamo un nuovo gene di suscettibilità alla sindrome covid-19, e confermato il potenziale coinvolgimento del gruppo sanguigno nella malattia”, affermano.

Si parla, dunque, di due punti del genoma associati al rischio di collasso del sistema respiratorio.

 

Il gruppo sanguigno potrebbe ricollegarsi anche in altre forme di rischio al covid-19, come il favorimento della formazione di trombi.

A livello individuale, non si tratta di variazioni molto importanti, si legge sul sito della CNN Health, ma ritengono la scoperta utilissima per indirizzare lo sviluppo di farmaci e vaccini.

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