Gli archeologi marini speravano, da tanti decenni, di trovare nel fondo mediterraneo un relitto che rivelasse informazioni sulle antiche rotte commerciali.
Un team di ricercatori britannici ne ha trovato ben dodici, a 2.200 metri di profondità nel Bacino Levantino, in acque non territoriali al largo del Libano. Una flotta improvvisata radunata sul fondale, con navi dell’epoca romana, ellenistica, ommayade e ottomana, colate a picco tra il III secolo d.C. e il XIX secolo.
Il reperto più importante dell’Enigma Shipwrecks Project (ESP- il nome del progetto di ricerca) è il relitto enorme di un mercantile ottomano del 1600, con a bordo centinaia di oggetti di artigianato provenienti da 14 diverse civiltà.
Sulla nave, lunga 43 metri con un carico di 1000 tonnellate, sono state trovate almeno 360 porcellane cinesi della fine della dinastia Ming, brocche italiane, pepe dall’India e le più antiche pipe di tabacco ottomane mai scoperte finora.
La nave pare affondata nel 1630, mentre viaggiava dall’Egitto a Istanbul. A bordo aveva merci dalla Cina, India, dei Paesi affacciato al Mar Rosso e Golfo Persico, nel Nord Africa occidentale e di Italia, Portogallo, Spagna e Belgio.
E’ possibile che percorresse una rotta marittima sconosciuta, trasportando spezie e sete dalla Cina alla Persia, fino al Mar Rosso e al Mediterraneo orientale.
Per il commercio navale dell’epoca, si trattava di una rotta eccezionalmente cosmopolita.
Le tazze cinesi erano state concepite per il tè, ma è possibile che gli ottomani le usassero per bere il caffè. Le prime Coffeehouse dove bere il caffè e fumare tabacco alla maniera ottomana, si sarebbero estese in Europa solo dopo la metà del Seicento, per influenza della cultura mediterranea orientale.