Una delle più grandi piaghe al mondo, silenziose e sfuggenti, è il revenge porn. Consiste in una vendetta a sfondo sessuale, dove determinati ex fidanzati condividono online foto e video delle proprie ex, denigrandole e incitando le folle allo stupro delle stesse.
Una piaga che in questo ultimo periodo si è smantellata un pochetto, ma non troppo, poiché è un mondo completamente a sé e talmente vasto che ci vorrebbe davvero tanto tempo a smantellarlo del tutto, senza considerare che appena sparisce una cerchia, se ne crea un’altra.
Quest’ultima operazione è avvenuta grazie alla conduttrice Diletta Leotta, che è stata vittima di revenge porn. Le sue foto, rubate anni fa tramite un’attività di hacking dal cellulare del calciatore Dazn, sono finite in uno dei tantissimi gruppi su Telegram, chiamato “Stupro tua sorella 2.0”.
Così Diletta ha dato l’esempio, ha denunciato i fatti e l’ha reso pubblico, come supporto alle vittime, sottolineando l’importanza di denunciare reati simili.
Il blitz della polizia su territorio nazionale, denominato “Drop the revenge”, ha permesso l’identificazione e la denuncia di alcuni amministratori di tre canali sulla piattaforma Telegram, contenenti le immagini più denigranti e i commenti più offensivi, dal titolo “La Bibbia 5.0”, “Il vangelo del pelo” e, per l’appunto, il canale “Stupro tua sorella 2.0”.
Gli amministratori erano in grado di mobilitare migliaia di utenti. Il canale di cui è stata vittima la Leotta, ad esempio, aveva un’utenza di 45mila iscritti con circa 30 mila messaggi al giorno.
Tre le persone indagate: un 29enne bergamasco, indagato per aver utilizzato i canali citati a scopo di revenge porn nei confronti della sua ex compagna. Un diciassettenne, invece, che amministrava uno di quei canali, ha ricavato 5.000 euro vendendo immagini pornografiche ritraenti le vittime. Il terzo è un 35enne della provincia di Nuoro, beccato al “lavoro” su Telegram dagli agenti durante l’accesso alla sua abitazione.
Le vittime sono tante, e non solo la Leotta è finita in questi canali: anche Wanda Nara, moglie e procuratrice del calciatore Mauro Icardi, ne è stata vittima.
Ci sono migliaia di ragazze solo in Italia ad essere vittime di revenge porn, milioni in tutto il mondo. E’ un atto spregevole, discriminatorio e malato. Vengono distribuite foto anche di ragazze minorenni, con pressanti istigazioni alla pedopornografia.
Il revenge porn è punito in base alle norme del Codice Rosso, la legge che ha reso più veloci le indagini per le vittime di violenza.