Hertz: bancarotta negli USA e Canada: fatale lo stop ai viaggi

Il fermo ai viaggi a causa del coronavirus ha condannato un marchio fondato 102 anni fa.

“L’impatto del Covid-19 è stato improvviso e drammatico, determinando un forte calo delle entrate dell’azienda e delle prenotazioni future”.

La società il mese scorso ha mancato il pagamento di un contratto di locazione e venerdì i creditori hanno negato un’ulteriore proroga, facendo scattare l’istanza di fallimento e la richiesta di protezione dai creditori, davanti a un indebitamento che a fine marzo ammontava a 18,7 miliardi di dollari, con solamente 1 miliardo di dollari di liquidità disponibile.

 

Da metà marzo l’azienda ha azzerato i ricavi quando i viaggi sono stati annullati causa Coronavirus, e a complicare le cose ha contribuito anche il caos societario che ha visto Hertz nominare il 18 maggio il suo quarto CEO in 6 anni.

 

Il 21 aprile l’azienda annunciava il taglio di 10 mila posti di lavoro nel Nord America, pari al 26,3% della sua forza lavoro globale, per risparmiare soldi a causa delle incertezze causate dalle misure della pandemia. Le restrizioni governative sui viaggi hanno ridotto il traffico aereo e terrestre, sterminando il mercato del noleggio di veicoli e costringendo a tenere la maggioranza dei veicoli in deposito.

 

La procedura del Chapter 11 che ha il compito di proteggere l’azienda dai creditori, prevede che Hertz e le sue controllate continueranno a lavorare. La dichiarazione di bancarotta riguarda solo Usa e Canada, mentre le principali regioni operative internazionali e i franchising non sono inclusi.

Exit mobile version