Con 120 dipendenti, di cui 80% ingegneri, l’amministratore delegato Carlalberto Guglielminotti parla di family working, ovvero una rivisitazione dello smart working, organizzato in modo da tenere sotto controllo le esigenze delle famiglie dei propri dipendenti.
“Abbiamo stilato 5 punti che sono le linee guida del nostro Family Working. – spiega Guglielminotti – Uno: le tecnologie devono essere adeguate e le fornisce l’azienda. Garantiremo, ad esempio, uno schermo HD, docking station e sedia ergonomica. Due: l’orario diventa completamente flessibile, ed è gestito tramite il calendario elettronico: ogni dipendente può modificarlo anche ogni mese.
Tre: i rapporti tra i colleghi si gestiscono solo tramite videochiamate dalla propria postazione di casa, in questo modo si garantisce il diritto alla disconnessione.
Quattro: l’azienda dovrà mettere a disposizione strumenti concreti per incentivare il benessere fisico e mentale, dal monitoraggio dello stato di salute dello stress alle attività di fitness quotidiano con il personal trainer a distanza.
Cinque: l’azienda offrirà ai dipendenti con figli contenuti ed esperti dedicati che possano suggerire e gestire a distanza attività da svolgere con i bambini in questa complicata fase con le scuole chiuse. Il family working vale anche per chi non ha figli, ma chi preferisce lavorare in azienda ha comunque la libertà di farlo”.
La domanda è: può questo sistema a funzionare con tutte le aziende? Carlalberto ci ragguaglia, affermando che fare in modo che la propria attività sviluppi un buon valore aggiunto, sarà sempre più indispensabile per stare sul mercato. Crede che sul piatto della bilancia a favore del family working ci siano anche il cruciale aspetto della tutela della salute e sicurezza del dipendente. In questo modo, si riduce la possibilità di dover gestire la malattia di un dipendente all’interno del sito produttivo mettendo a rischio la produzione stessa.
Questo sistema, inoltre, costa meno dell’organizzazione per il rientro dei dipendenti con nuovi turni, mascherine e percorsi obbligati. L’azienda infatti riesce a risparmiare €190 a dipendente al mese nell’immediato della ripartenza e, successivamente, €90 al mese una volta che sistema è a regime.