Coronavirus, estate in piscina o al mare: qual è il rischio di infettarsi?

Buone notizie, il mare non è veicolo di contagio e ancor meno l'acqua delle piscine. Assoluto divieto di assembramenti

Fase 2 ed Estate dietro l’angolo

Ora che sta iniziando la fase 2, finalmente gli italiani possono tirare un primo sospiro di sollievo, in attesa di quello che sarà un lungo ritorno verso la normalità. Non sappiamo ancora se e in quale modo sarà possibile godere le tanto agognate ferie estive in vacanza al mare.

Da settimane si formulano ipotesi di studio su un piano che possa consentire l’attività balneare seppur con restrizioni. Ormai l’estate è davvero dietro l’angolo. Diciamo la verità, tantissimo dipenderà dall’andamento dei contagi nelle prossime settimane e quindi non resta che incrociare le dita.

 

Il coronavirus non è debellato e dovremo conviverci. Tantissimi italiani si chiedono se al mare o in piscina il rischio di contagio sia più alto, oppure se ci si potrà immergere con tranquillità. A parte le ovvie precauzioni igieniche e di distanziamento, viene naturale chiedersi se il virus possa essere preso a contatto con l’acqua.

I rischi al mare

Anzitutto è bene precisare che il mare non può essere contaminato dal coronavirus e se mai vi fosse sarebbe portato dall’uomo. Ebbene, la principale modalità di contagio è attraverso le goccioline emesse mentre tossiamo, parliamo o respiriamo.

 

Se anche dovesse avvenire la trasmissione del virus in acqua, il sale contenuto nel mare stesso tende a diminuire la carica infettiva del virus, abbassando drasticamente ogni rischio. Il mare ha un potere auto depurante enorme.

 

Al mare insomma si potrà stare tranquilli se si rispetteranno le prescrizioni che prevederanno un certo distanziamento sociale e protezioni. Probabilmente saranno limitati o aboliti i giochi in spiaggia e in acqua, anche per i bambini.

Bisogna insomma prestare solo massima attenzione agli assembramenti e nuotare distanti. Una persona infetta infatti può rilasciare il virus nella fase espiratoria mentre nuota. Come detto il virus potrebbe non sopravvivere o avere bassissima carica virale per la salinità dell’acqua, le correnti e anche i raggi UV.

 

Va evitato assolutamente di fare il bagno in aree marine adiacente allo sversamento di scarichi organici perché qui vi può essere la presenza del virus. Sono in genere zone sempre segnalate e d’altronde il pericolo non riguarda espressamente solo il Sars-CoV2, ma anche altri virus e batteri.

 

A conferma della presenza del virus nelle acque reflue c’è uno studio dell’Istituto Superiore di Sanità che ha rilevato RNA virale del nuovo coronavirus in alcuni campioni raccolti nelle reti fognarie di Roma e Milano. Questo indicatore sarà utile per intercettare con tempestività focolai epidemici.

Piscina ancora più consigliata

Sul fronte delle piscine, ci sono notizie ancora più rassicuranti. Il cloro è infatti un viricida e si può stare tranquilli se il trattamento viene effettuato regolarmente. Anche per le piscine il maggiore rischio è quello di un eventuale affollamento, con gli ingressi che dovranno essere forzatamente contingentati.

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