Da tempo si dibatte se il caldo possa riuscire a debellare o attenuare notevolmente il virus. A detta gli esperti, il maggiore nemico per il virus è l’irradiazione solare, in quanto i raggi ultravioletti tendono a debilitare il virus.
Il caldo, inteso come calore, uccide i virus in generale a una temperatura intorno ai 90 gradi centigradi. Non è quindi il caldo estivo che uccide il coronavirus, ma i raggi più intensi solari, così come avviene anche per gli altri virus e in particolare per i coronavirus.
Come da andamento già riscontrato nelle ultime settimane, ci si potrebbe aspettare ora verso l’inizio dell’estate un calo ulteriore dei contagi, sempre che le misure di distanziamento fra le persone continuino ad essere rigorosamente applicata.
Oltre a minori contagi, si potrebbe avere soprattutto una malattia differente, meno aggressiva e con meno persone interessate da forti complicazioni. Grazie alla potenza dei raggi Uvb, viene influenzato il ciclo vitale del coronavirus, rendendo meno contagioso e virulento.
Sembra quindi assodato che il caldo da solo non basterà a mettere a tacere il virus. L’Organizzazione mondiale della sanità ha messo in guardia molte nazioni europee in merito a quelli che possono essere gli effetti del coronavirus correlati alle elevate temperature estive.
In tutta Europa si prevede un’estate più calda e molto più secca rispetto alla norma. Tale situazione, secondo l’Oms, potrebbe risultare particolarmente pericolosa per tutte quelle popolazioni più esposte, a cui sarà suggerito di rimanere in casa.
Si pensa in particolare alle categorie più fragili, in particolare agli anziani. Il caldo può indurre estrema spossatezza e colpi di calore, e può aggravare le condizioni esistenti quali malattie cardiovascolari, respiratorie, renali o mentali, rendendoli anche più suscettibili alla trasmissione del Covid-19.