Musica, Bikini Kill: perché la loro musica è fondamentale

“Da quando Trump è stato eletto mi è capitato un sacco di volte di guardare il telegiornale con in testa una canzone delle Bikini Kill”, dice la leader del gruppo.

E’ come se ne avessimo bisogno, di tutta questa ribellione femminile. E’ quello che sente la popolazione, specie in America e specie dopo le infelici frasi dell’attuale Presidente Donald Trump, come la ormai virale “Grab them by the pussy”, letteralmente “Prendetele per la vagina”.

Così Kathleen Hanna, Tobi Vail e Kathi Wilcox, hanno sentito il bisogno di riunire la band ed adattarla a ciò che si sta vivendo ora.

Dopo 22 anni dallo scioglimento della band, ora salgono nuovamente sul palco e suonano brani come la iconica “Rebel Girl”: “Con movimenti come il #MeToo e un Presidente così è difficile non pensare che il femminismo non stia tornando”, dice Kathleen Hanna.

 

Oggi ha 51 anni e ha scoperto il femminismo a 19, leggendo “Il secondo sesso” di SImone Beauvoir e si esibiva leggendo poesie su sessismo e violenza. Solo poco dopo ha cominciato a riempire i locali con le Bikini Kill, dove generalmente si esibiva ricoperta di vernice e spesso con la parola “slut”, ovvero “troia”, scritta sulla pancia.

 

Il fatto che in America ci siano le elezioni quest’anno, non è per niente indifferente alla band, che ha rilasciato prontamente un’opinione a riguardo:  “La gente è nervosa, specialmente le donne, e c’è molta rabbia in giro. Pensiamo che i nostri concerti possano dare la possibilità di unirsi in una sala e godersi il momento, non pare sia solo per nostalgia. C’è una sensazione positiva, come se fossimo rilevanti”.

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