Il crollo dello streaming ai tempi del coronavirus

Stazioni radio e vendite digitali con un crollo quasi del 10% per una perdita totale di 20 miliardi di dollari.

La pandemia ha chiuso in casa milioni di persone nel mondo tra cui l’America, dove la Alpha Data, società che fornisce i dati della Rolling Stone Charts in America, ha riportato un calo esagerato dello stream musicale.

 

Si pensava che con la quarantena lo stream avrebbe compensato il calo delle vendite degli album fisici, ma in realtà è diminuito.

C’è stato un crollo del 7,6% per lo stream, con una perdita di 20,1 miliardi. Internet radio di rilievo, come Pandora, hanno avuto un calo del 9% e gli stream on demand (audio e video) del 7,3%, per una perdita di 16,6 miliardi.

 

Calo anche per le vendite digitali con un 10,7% (3,9 milioni), in concomitanza con un calo molto più deciso delle vendite degli album: le copie fisiche hanno avuto infatti un calo del 27,6%, e la situazione si prevede continuerà a peggiorare.

 

Ma oltre i cali di ascolti, anche i gusti musicali hanno avuto un cambiamento. Infatti, le hits hanno avuto un calo del 12,9% e l’ascolto di nuove canzoni del 14,5%. A soffrirne di più sono pop, rap, R&B e musica latina, con un calo superiore alla media. 

E’ aumentato l’ascolto invece del folk (+2,9%), della musica per bambini (+3,8%) e della musica classica (+1,5%).

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