La realtà dei fatti è che siamo finiti in un precipizio. La Pandemia che interessa tutto il Pianeta non è sanabile nel breve e medio termine come hanno comunicato alcune autorevoli fonti. La fase successiva sarà la convivenza con il Coronavirus, ovvero il COVID-19. E per un lungo periodo, nulla sarà come prima.
I Governi stanno inviando forme diversificate di liquidità verso le imprese e i cittadini colpiti dalla Pandemia, ma diciamolo, è come concedere l’ultima sigaretta al condannato a morte prima dell’esecuzione. E’ una sorta di placebo per attenuare la psicosi del fallimento della società che abbiamo vissuto prima del disastro. Il dopo sarà molto diverso rispetto ad oggi e soprattutto al 2019.
In Europa ci sono Governi che continuano a sottovalutare la gravità di una Pandemia nei tempi moderni. Ma la sottostima della gravità sembra essere comune a tutti i Paesi ricchi, mentre di quelli poveri, nulla si sente, ma loro come sempre non hanno alcuna diritto di parola.
Gli economisti fanno proiezioni troppo ottimistiche sui tempi della ripresa economica. Ma semplici cittadini, senza master, cattedre in prestigiose università, che vivono sul campo hanno già compreso che quella che è la disfatta di un modello economico e sociale.
In Italia, il nostro Governo è fortemente condizionato dalle stringenti regole della comunità europea, ha concesso garanzie su prestiti alle imprese per importi smisurati. Ha mostrato una buona volontà di sostenere la nostra economia, ma come alcuni iniziano a sostenere, un prestito per sanare un disastro, in una condizione delle imprese italiane sempre sofferenti per la fiscalità oppressiva, non aiuta ad andare avanti con serenità.
Negli anni si sono susseguiti Governi e Governi in Italia, ma poco è cambiato per le imprese. Il fisco non è amico, è oppressivo, spesso cambiano nome a questo o quello Istituto, ma il risultato non comporta alcun rinnovamento.
In Italia si pagano acconti e l’IVA che andrebbe corrisposta l’anno successivo. Le imprese finanziano lo Stato a tasso d’interesse ZERO, e quando sgarrano per una dimenticanza, per un temporaneo disagio, le aziende sono punite a suon di sanzioni e interessi.
In Italia c’è la burocrazia immorale per un Paese che si vanta di essere civile e all’avanguardia. Serve coraggio per rinnovare tutto, snellire ogni procedura, utilizzare l’informatica. Piccolo esempio: per chiedere i 600,00 Euro, le Partite Iva hanno dovuto fare richiesta nel portale dell’INPS. Compilare un questionario con risposte che l’Istituto già conosceva. Ma i 600,00 Euro non sono arrivate alle tasche di nessuno.
In merito all’aiuto alle imprese per ripartire è stato affidato alle banche, le quali non danno sempre esempio di trasparenza, per essere benevoli, non tanto come istituzioni, ma spesso come alcune persone che ci lavorano. E per ottenere il prestito agevolato si dovranno firmare scartoffie e scartoffie. Ci si dovrà recare, presumibilmente in Banca in questo periodo di Pandemia, ed elemosinare quello che è un diritto.
Di alternative sarebbero altre, ma già il nostro Governo ha dovuto elemosinare un suo diritto alla Comunità Europea, in specie a piccoli Stati che non erano affatto d’accordo al metodo utilizzato. E su questi ci sarebbe molto da dire.
Per chi non lo sapesse, le Imprese hanno corrisposto allo Stato nel 2019 gli acconti su IVA e tasse pagate per le attività del 2020. Ma il 2020 su molti settori economici sarà un disastro totale. Pensate al turismo, le attività ricettive come bar, ristoranti, ma anche i servizi alla persona. Forse si sarebbe potuto rendere subito quel danaro corrisposto in anticipo.
In vari Stati del Mondo, cittadini ed imprese hanno già ricevuto sul conto corrente danari senza burocrazia alcuna.
Ma attenzione, l’erba del vicino non è sempre più verde e fresca della nostra, e lo sosteniamo a spada tratta. Il nostro è un Paese eccellente, sta affrontando la Pandemia come nessun altro, e ne siamo pienamente convinti.
Nel dopo Pandemia, ma già con lo step 2 annunciato da Maggio, emergerà la criticità economica di cui si parla ed i modelli matematici stimano. Ciò avrà ripercussioni su tutto il tessuto sociale. Avremo un diffuso minor potere di acquisto. Molte attività non riapriranno, tante chiuderanno entro fine anno. Aumenteranno i prezzi dei servizi, inevitabilmente.
Ci sono innumerevoli criticità da supportare, ma or ora, la più urgente è l’emergenza sanitaria. La Pandemia è infida, attenua i contagi, ma alla minima distrazione ritorna aggressiva. Non dovremo abbassare la guardia a lungo, e su ciò il nostro Governo, con il supporto di esperti, sembra avere le idee chiare.
Piuttosto, noi siamo a favore solo di Governi che lavorino per ottenere il benessere reale del cittadino, la libertà, la democrazia. Pertanto non serve dirlo che non siamo politicizzati in alcun modo, bensì questa riflessione è del tutto indipendente dai partiti.