Coronavirus e sport all’aperto, le novità

Alcune regioni iniziano a valutare la graduale "riapertura"

Nelle scorse settimane abbiamo dovuto rinunciare, chi più chi meno, a praticare i nostri sport preferiti. Prima i luoghi chiusi come palestre, centri fitness, piscine, poi è stata la volta dei parchi cittadini, dei boschi, delle strade. 

 

 

Dover rinunciare alle attività sportive all’aperto è stato un duro colpo per milioni d’italiani. Perché lo sport, se praticato con costanza, oltre agli innegabili benefici alla nostra salute diventa una vera e propria dipendenza. Inizialmente non sono mancate polemiche e quant’altro. Diciamolo, è successo di vedere scene fuori da ogni logica: runners e ciclisti (fino a quando era ancora possibile uscire di casa) letteralmente insultati o addirittura minacciati perché considerati potenziali minacce.

 

Poi le polemiche si sono sopite, la situazione è diventata così drammatica che anche i più accaniti sostenitori dell’attività fisica all’aperto hanno alzato bandiera bianca. Prima il bene comune, poi gli interessi personali.

 

Ora, dopo più di un mese in quarantena e dopo aver escogitato di tutto per poter restare in forma, alcune regioni iniziano a valutare la riapertura. La riapertura anche agli sportivi, purché si rispettino determinate condizioni di sicurezza (fasce orarie, ad esempio, oltre chiaramente alla distanza di sicurezza e agli assembramenti). Una delle prime regioni potrebbe essere la Sicilia, dove pare stiano arrivando migliaia di richieste di cittadini vogliosi di tornare a respirare un po’ d’aria pulita.

 

Ma forse, a quanto si dice, è un’ipotesi anche al vaglio del Governo. Ipotesi che tuttavia potrebbe aver necessità di uno scaglionamento per singole regioni (non tutte, come ben sappiamo, hanno vissuto l’emergenza allo stesso modo). Insomma, per chi fa dello sport all’aria aperta la propria ragione di vita (giustamente, visti i benefici per la salute) tra non molto potrà tirare un sospiro di sollievo.

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