CALCIO di Serie A, ripresa sempre più in bilico. I vari scenari possibili

Scontro fra il Governo, poco favorevole a consentire di giocare, e la Lega di Serie A che vorrebbe ripartire a tutti i costi

Scontro tra Governo e Lega Calcio

Nulla è stato ancora deciso sulla possibile ripartenza del campionato di calcio di serie A, fermato dal virus. Continua il braccio di ferro fra le alte istituzioni politiche, fortemente prudenti considerando i rischi per la salute dei giocatori, e i club che in massima parte vorrebbero riprendere gli allenamenti e il campionato.

 

Fino a poche settimane fa si ipotizzava che le squadre potessero riprendere ad allenarsi dal 4 maggio. Poi è arrivato lo stop con l’ultimo decreto del 26 aprile che, in base alla curva del contagio, ha consentito la ripresa solo degli allenamenti di sport individuale, ma non di quelli di squadra.

 

Ora il sentiero si fa strettissimo, con gli allenamenti che potrebbero riprendere non prima del 18 maggio. Da qui alla ripartenza del campionato dovrebbe passare circa un mese, perché le squadre avrebbero necessità di fare una vera e propria preparazione per i calciatori ormai fermi da quasi due mesi.

Non tutti i club d’accordo a riprendere

In merito ai rischi per la salute, ricordiamo che diversi giocatori di serie A nelle scorse settimane sono risultati positivi al coronavirus, pur con pochi sintomi. Tuttora, un giocatore della Juventus, Paulo Dybala, sarebbe ancora positivo al tampone ad oltre un mese dal contagio.

Se il Governo è molto scettico sul consentire la ripresa del calcio, i club vorrebbero giocare anzitutto per una questione di soldi. Le perdite infatti, se le TV decidessero di non erogare l’ultima rata relativa ai diritti, oltre a quelle già certe (incassi da stadio, marketing) potrebbero arrivare fino a 700 milioni di euro.

 

Non tutte le società sono allineate però sulla ripresa, in quanto alcune ritengono troppo rischioso ripartire in queste condizioni. Tutte le squadre però sono d’accordo sul fatto che deve essere il governo a sancire l’eventuale stop definitivo al campionato.

 

Il calendario per far finire il campionato è strettissimo, per via delle pressioni dell’UEFA a tutte le leghe europee. Sarebbe infatti intenzione dell’Uefa giocare le partite rimanenti della Champions League (anch’essa sospesa per il coronavirus) in pieno agosto, dopo la fine dei campionati nazionali.

Campionati sospesi e rischio slittamento in Italia

L’Europa sta procedendo in ordine sparso: basti pensare che Olanda, Francia e Belgio hanno già sospeso o fermato i campionati. La Germania spera di ripartire il prossimo 9 maggio. La Spagna riprenderà gli allenamenti delle squadre a partire dal 4 maggio, ma non ci sono date certe sulla ripresa delle partite.

 

Dietro questo totale caos, si fa davvero sempre più ardua la strada per finire il campionato in estate. In caso di stop definitivo, che si farà? Sulla base delle indicazioni dell’Uefa, si dovrebbe tener conto dei risultati ottenuti finora sul campo. Difficilmente lo scudetto verrebbe assegnato nel nostro Paese.

 

Tuttavia l’esigenza di finire il campionato appena possibile potrebbe davvero prevalere sull’ipotesi di uno stop definitivo. L’assegnazione di titoli, la qualificazione alle coppe europee e le retrocessioni potrebbero essere oggetto di molti ricorsi.

 

C’è quindi anche la concreta possibilità che questo campionato possa essere concluso a partire da settembre, coronavirus permettendo. Si avrebbero gravi ripercussioni anche sulla prossima stagione calcistica. La stessa cosa potrebbe avvenire anche in altre parti d’Europa, nella speranza che il virus possa arrestarsi.

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