Ieri, 9 aprile, il Parlamento italiano ha approvato – apponendo la fiducia – il Decreto “Cura Italia”. Un decreto attesissimo da famiglie e lavoratori, categorie che da un mese a questa pare stanno affrontando la più grande crisi economico-sociale dal 1929.
Il “bonus 600 euro”, fin dalla prima proposta, è stato oggetto di critiche accesissime. In primis per l’entità dell’aiuto: 600 euro sono pochi. In secundis per le modalità di accesso. Potremmo parlare per ore dell’intasamento del sito INPS, così come si potrebbe parlare per ore dell’iniziale esclusione dei professionisti iscritti alle casse previdenziali private.
Tutto sembrava fosse stato risolto, invece nel pomeriggio di ieri ecco il nuovo stop. I liberi professionisti iscritti agli ordini, pertanto assoggettati alla contribuzione presso casse previdenziali private, dovranno pazientare. A quanto pare è emersa una clausola – non si sa bene se si tratti di emendamento o cos’altro – che prevede l’assegnazione del bonus a chi versa solamente presso un unico ente previdenziale.
Per capirci, questo è ciò che recita il decreto: l’indennità spetta agli iscritti “in via esclusiva” alle Casse di previdenza private “non titolari di trattamento pensionistico”. In realtà la modifica è avvenuta di notte con la pubblicazione del Decreto Imprese…
La novità, che per intenderci esclude chi oltre alla libera professione esercita un qualche lavoro che implica il versamento dei contributi anche all’INPS, sta creando enormi difficoltà alle varie casse professionali. Alcune, ad esempio, hanno dovuto bloccare migliaia di bonifici in partenza nelle ore successive. Cosa accadrà ora? Probabilmente sarà necessaria una nuova integrazione alla dichiarazione precedente, ma si attendono ulteriori specifiche dal Governo. E si arriverà dopo le festività pasquali…