La platea dei riceventi il bonus statale dei 600 euro è ampia, ma non ampissima. Sia che si tratti di iscritti all’INPS, sia che si tratti di iscritti a casse private di Previdenza.
In giro per la rete si leggono discussioni aventi tutte lo stesso argomento: il ritardo nel pagamento. Ma qual è il motivo di fondo? Verrebbe da pensare – è un pensiero comune, fidatevi – che manchino le coperture economiche. Ma avete sentito qualche rappresentante del Governo affermarlo? No… Avete sentito qualche rappresentante dell’INPS affermarlo? Neppure. Si parla di ritardi, punto. Il primo è stato il Premier Conte, in occasione della presentazione del Decreto sulla fase 2.
Forse però sarebbe più semplice, oltre che corretto, dire la verità. Perché si stanno venendo a creare situazioni paradossali: varie regioni danno ulteriori bonus, ma fin tanto che non si riceve quello dei 600 euro non si può far richiesta. Perché i bonus regionali dovrebbero rappresentare o un’integrazione per chi già usufruisce di quello statale, oppure un salvagente per chi – qualsiasi sia il motivo – non è rientrato all’interno della prima categoria.
In realtà da qualche parte si fa cenno alla mancanza di fondi. Prendete le casse previdenziali private… le richieste totali sarebbero oltre 430 mila mentre i fondi a disposizione per il reddito di ultima istanza (200 milioni) avrebbero coperto 333 mila richieste. E le altre 100 mila? Se fate un giro per la rete scoprirete che mancherebbero all’appello 70 milioni e si attendono istruzioni dal Governo.
Ecco, il Governo. Forse è il caso che si sbrighi perché c’è chi non riesce più a tirare avanti. Si pensi a chi vive in affitto, con famiglia, e ha perso il lavoro: come può andare avanti se ha qualche risparmio da parte? E’ questa la domanda più stringente, è questa la domanda che necessita una risposta prima ancora di pensare ai nuovi bonus di aprile (che ormai è terminato) e di maggio…