Come ogni pomeriggio alle 18:00, la Protezione Civile ha emesso il bollettino sul Coronavirus. I numeri crescono, e la regione con il maggior numero di contagiati d’Italia, la Lombardia, vede un nuovo incremento dei contagi. E pur vero che ci sono tante guarigioni, di persone che passeranno un ampio periodo di convalescenza, nel frattempo si continua a morire. C’è anche chi ha deciso di non andare in ospedale e morire in casa, specie le persone anziane.
C’è tanta disperazione in molte famiglie italiane. Tanto dolore, così grande che è come se fossimo in guerra.
I numeri diffusi dalla Protezione Civile sono spaventosi, eppure l’Italia è stato il Paese d’Europa e d’America tra quelli che hanno adottato misure di contenimento preventive in ampio anticipo, e si spera che i risultati si osservino già questa settimana in forma definitiva.
La mia riflessione che scrivo di getto è perché mi capita di sentire la gente, ma sopratutto di leggere i lamenti. Sono molte migliaia le famiglie sul lastrico, che non riceveranno alcun supporto.
Non è abitudine di questo spazio blog fare politica e critica, e non la faremo, ma oggi vogliamo dire la nostra opinione in modo diretto su una situazione di cui nessuno parla.
Oggi, alcune persone disperate si sono recate davanti ad una Banca di Bari per chiedere almeno 50 euro per fare la spesa, in quanto le loro attività sono chiuse e non hanno danari per comprare il cibo. Ma sono sicuramente innumerevoli le famiglia in tale stato che sono in silenzio nelle loro case.
Un pensiero va alle colf che lavorano a chiamata, che adesso stanno a casa, quindi agli artigiani, ad una miriade di professionisti che non avranno, così pare, alcun diritto di chiedere un aiuto allo Stato. Ma ci sono anche coloro che lavoravano a nero, e sono tanti. Si, lavoravano illegalmente, ma non per evadere il fisco, bensì perché in molte aree d’Italia non c’è altra opzione.
Pensiamo anche a quelle famiglie che vivevano un grosso disagio economico, specie tanti anziani che si recavano presso le varie associazioni di volontariato per ritirare la loro razione di cibo settimanale. Per queste persone era un grosso aiuto, e adesso che queste associazioni hanno dovuto chiudere perché siamo in emergenza sanitaria, si ritrovano praticamente senza cibo.
Quella che viviamo è una situazione assurda, di cui nessuno ha delle colpe. Le pandemie come questa non hanno responsabili.
Potremmo continuare a scrivere ancora altro nel lanciare questo grido di aiuto disperato per quella parte di popolazione che non ha i danari per vivere. L’obiettivo è parlarne perché viviamo una situazione che è paragonabile solo alla Seconda Guerra Mondiale, con le dovute differenze che oggi possiamo reperire delle soluzioni.
La più immediata è quella di dare i danari subito alle fasce più deboli, senza farne richiesta. Per altro queste, sovente non hanno neppure un collegamento internet. Pensiamoci.