A causa del Coronavirus gran parte delle attività sono chiuse, c’è un crollo totale degli acquisti di beni non indispensabili. Pensate ai negozi che vendono abbigliamento per la primavera, questi sono chiusi. Il danno economico per questo settore è devastante.
Il turismo è in coma profondo. Gli hotel sono in prevalenza chiusi, le prenotazioni per la prossima estate sono state disdette. Non c’è turismo nelle città d’arte, non ci sono gli spostamenti del fine settimana.
L’elenco delle criticità è infinito, ci siamo fermati per proteggere la salute collettiva da un virus devastante, che è oggetto di studio da parte di centinaia di centri di ricerca mondiali. Questa è la prima pandemia che colpisce il pianeta nell’epoca del business, in un momento dove l’economia dei Paesi viene posta al primo posto, spesso pagata a duro prezzo da gran parte dei cittadini.
L’Italia ha adottato misure strategiche imponenti per ridurre il rischio del propagarsi dell’epidemia, è un modello di riferimento per Paesi occidentali e non solo, eppure è uno dei Paesi che attualmente sta pagando più duramente gli effetti della pandemia, con molte migliaia di persone contagiate, e ormai quasi 10.000 vittime accertate.
Ma c’è un’altra insidia: si rischia che la chiusura delle attività ha ridotto in ogni ambito lavorativo la possibilità di guadagno. A patire il maggior disagio sono le categorie più deboli. Come alcuni politici ed economisti hanno evidenziato, sono soprattutto quelle persone con lavori saltuari, che tiravano avanti con fatica sino a fine mese, a manifestare in silenzio maggiori problemi economici. Lo sono anche i liberi professionisti, e questi sono tantissimi.
Leggo in alcuni quotidiani la nascita di alcune pagine social che inneggiano alla richiesta di aiuto economico, pena il saccheggio di negozi alimentari. È una voce che pare sia nata al Sud Italia, così che fonti di stampa riportano foto e articoli che mostrano alcuni grossi negozi, per via precauzionale, messi in sicurezza con l’ausilio delle forze dell’ordine da eventuali aggressioni.
Ne parlano anche qui: https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/03/28/news/rivolte-al-sud-a-palermo-prime-razzie-alimentari-1.38646373
La Pandemia è generatrice di carestia anche nei paesi più ricchi, e a patire sono le categorie più deboli. Coloro che non hanno i soldi e comprare il cibo. Ma anche categorie economicamente più agiate iniziano ad avere problemi, in quanto non è noto quando si potrà riprendere a lavorare.
Non poco rilevante è anche l’approvvigionamento degli alimenti, in quanto i supermercati hanno previsto ingressi contingentati, quindi all’esterno si formano interminabili code per accedere nei negozi.
Qualche giorno fa abbiamo visto una lunghissima coda davanti ad un market, ed un anziano svenire per la lunghissima attesa. Si è parlato di prevedere accessi prioritari per le persone anziane e quelli più deboli. Ma al momento non si è fatto nulla.
Nei fatti, lo dicono i cittadini, siamo perseguitati da modellistiche che cambiano quasi ogni giorno per consentirci di spostamenti. Per carità ci sono di buoni motivi come spiegato la polizia, ma tuttavia il semplice cittadino ormai si trova in difficoltà, nonostante le forze dell’ordine mettano a disposizione gran senso di umanità e siano a disposizione del cittadino.
Viviamo una situazione che si è vista nei peggiori film di fantascienza di Hollywood degli anni ’70.
Il punto di questa riflessione è che la gente inizia a non avere i soldi, si rischia un sensibile aumento della povertà. È necessario intervenire con misure efficaci ed immediate, anche violando gli accordi europei, come minacciato dai governi italiano e francese. L’Europa ha avuto tutto il tempo per decidere, dovremo fare da soli subito e non tra 10 giorni. E lo dico da europeista convinto.
Siamo davvero in una fase di criticità, dove c’è stata tolta la libertà personale come mai è avvenuto prima in democrazia.