Purtroppo dobbiamo parlare di inquinamento atmosferico e dobbiamo farlo relazionandolo all’attuale situazione emergenziale da coronavirus/Covid-19.
Ormai lo saprete, pare che ci sia una stretta correlazione tra la diffusione del virus e la quantità di particolato presente in atmosfera. Non siamo noi a dirlo, ovvio, ma autorevoli studiosi della materia. Ma c’è anche un’altra considerazione importante da fare: il PM10, o particolato che dir si voglia, esalta le patologie respiratorie e cardio-vascolari, indebolendo ulteriormente le difese dei pazienti a rischio.
Il problema è tanto più grave quanto più ci si avvicina alle grandi aree metropolitane, luoghi in cui le alte contrazioni di particolato sono all’ordine del giorno. Pensate, nelle ultime 24 ore alcune città dei Balcani hanno superato i livelli di guardia di 2-3 volte!
Tali particelle, nell’ordine del milionesimo di metro, possono spostarsi con estrema facilità in particolari condizioni meteorologiche. Ed è ciò che sta avvenendo in queste ore, difatti stiamo assistendo a un’espansione di alte concentrazioni di particolato verso l’Europa centro occidentale. Ovviamente anche in Italia, soprattutto nelle regioni del Nord.
Fortunatamente l’inizio della prossima settimana segnerà un importante cambiamento del tempo, col freddo che dal Circolo Polare Artico attraverserà il vecchio continente giungendo di nuovo sul Mediterraneo. Aria fredda sì, ma anche aria pulita che servirà ad abbattere le concentrazioni di PM10.