Inutile girarci attorno, prima di poter tornare alla vita di tutti i giorni ci vorrà del tempo. Quanto ancora ci vorrà per riacquistare un minimo di normalità? Non possiamo saperlo, la guerra al nemico invisibile dovrà andare avanti e dovremo combatterlo con tutte le nostre forze.
Non stiamo parlando delle restrizioni governative, attenzione, stiamo parlando del dopo. Perché le restrizione, probabilmente, andrà avanti anche dopo i primi di aprile. Si arriverà a Pasqua? Possibile, anzi, probabile. Ma al di là del restare a casa, stiamo provando a guardare oltre il nostro naso. Perché ne usciremo, questo è certo, ma è inutile porsi degli obbiettivi temporali.
Andremo avanti per tutto il 2020, su questo non ci piove. C’è chi dice che il caldo ci verrà in aiuto, rallentando o addirittura arrestando la diffusione, c’è chi dice che la smania di riprenderci la vita in mano provocherà pericolosissimi focolai di ritorno. C’è, ancora, chi sostiene che fino a quando non avremo un vaccino dovremo affrontare periodi di quarantena intervallati da periodi di “pseudo-normalità”.
Non ci importa sapere chi avrà ragione, stiamo combattendo un nemico subdolo finora sconosciuto, significa che potrebbero aver ragione tutti o nessuno. Dovremo semplicemente avere pazienza, ancor più pazienza di oggi. E poi sperare che così com’è venuto se ne vada. Che ci lasci in pace, che ci consenta di riprendere in mano la nostra esistenza, i contatti sociali, il lavoro.
La crisi potrebbe passare velocemente se, da buoni italiani e da buoni europei (si spera) tutti insieme ci rimboccheremo le maniche. Dopotutto siamo un guerra, bisogna combatterla, vincerla e ricostruire. Ricordiamoci che i più grandi boom economici sono arrivati dopo periodi bui, chissà che anche stavolta non sia così e che tutto ciò che sta succedendo non ci serva di lezione. Per un futuro, neanche così lontano.