Il nuovo Coronavirus, cioè 2019-nCoV, appartiene alla vasta famiglia dei coronavirus, noti per causare malattie che vanno da un semplice raffreddore a malattie gravi come la sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS).
Si è sviluppato in Cina, dove i contagiati sono più di 20.000 con 427 morti, e qualche decina nel resto del mondo. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha espresso la sua preoccupazione a riguardo, dichiarando allerta mondiale.
Tutto questo ha scaturito ansia e panico tra le persone di tutto il mondo, ma non c’è motivo.
In Cina ci sono circa 11 miliardi di abitanti, dunque è circa il 2% della popolazione ad esserne infetta. In Italia ed altri Paesi europei è arrivato il coronavirus, ed ogni singola persona è stata messa in isolamento, per cui, possiamo rilassarci.
Per velocizzare i tempi di creazione del vaccino, alcuni ricercatori del Peter Doherty Institute for Infection and Immunity di Melbourne, in Australia, hanno isolato il virus dalla prima persona a cui è stato diagnosticato nel loro Paese, e lo hanno fatto crescere in laboratorio.
Il team condividerà i dati con i laboratori di ricerca di tutto il mondo per favorire lo sviluppo di test diagnostici e vaccini accurati.
A Wuhan invece, il sequenziamento dei virus isolati da 9 pazienti, conferma che l’agente infettivo si è originato nei pipistrelli e giungendo all’uomo tramite un ospite intermedio. Questo rimette in campo l’ipotesi che il contagio sia avvenuto nel mercato ittico della città. Anche la MERS e la SARS hanno origine dai pipistrelli.
Non c’è alcuna prova invece che il virus sia fuggito dai laboratori dell’Institute of virology di Wuhan, un centro che studia e conserva i virus più pericolosi.
Ma il vaccino, quando arriva? Diverse organizzazioni si stanno impegnando, e nonostante ci voglia solitamente da uno a dieci anni per la produzione di un vaccino, i tempi ora potrebbero ridursi notevolmente grazie ai progressi tecnologici: si parla di tre mesi per i primi test.
Si pensa, inoltre, ad un vaccino generico per i coronavirus, in quanto negli ultimi vent’anni questo è il terzo ad esserne saltato fuori.
I vaccini, nonostante vengano sviluppati durante l’epidemia, funzionano decisamente meglio se presi sotto forma di prevenzione.