I principi della teoria dell’evoluzione sono trasparenti: le specie viventi si modificano nel tempo, quando la selezione naturale agisce sulle popolazioni di differenti individui.
Sentiamo dire tante cose su questa teoria, dal “è solo una teoria”, al “si affida solo al caso” o che la selezione naturale elimina i più deboli. Sono tutte affermazioni sbagliate.
La selezione naturale è conosciuta come la legge del più forte, ma è un concetto completamente sbagliato. Il suo concetto opera in un altro modo: non prende in causa i soggetti aggressivi o forti fisicamente, ma bensì chi si riproduce di più e meglio. Conigli, lepri e roditori non sono animali aggressivi e tanto meno tra i più forti, infatti sono tra le specie di mammiferi più diffuse.
L’affidabilità dell’evoluzione non è data al caso; la selezione naturale ha almeno due passaggi estremamente essenziali: prima di tutto la generazione di variabilità attraverso mutazioni e modifiche del genoma (DNA di un individuo); il secondo passaggio è appunto la selezione naturale, che elimina gli esemplari che non riescono a riprodursi in quell’ambiente specifico. Ciò che si può considerare casuale sono le mutazioni, assieme alle ricombinazioni e immigrazioni da altri luoghi.
Spesso ci imbattiamo in specie che sembrano immutate, ma questo non vuol dire che lo siano. Un esempio è il celacanto, facilmente associabile a esemplari di circa 400 milioni di anni fa. Questa è e resta solamente una somiglianza, in quanto ogni specie col tempo muta ed il celacanto stesso è mutato. Fisionomicamente è simile, ma sotto tutti gli altri aspetti è diverso.
Con questo errore si pensa subito dell’evoluzione di Darwin come un fenomeno del passato, ma anche questo è sbagliato. Miriade di biologi hanno studiato e descritto tantissimi esempi di cambiamento nel momento in cui avviene. Un esempio sono i coniugi Grant, biologi evolutivi inglesi, che hanno studiato una popolazione di un uccellino residente in un’isola delle Galàpagos: il risultato è stato quello che, nei decenni, questa popolazione è mutata. Un altro esempio è la resistenza agli antibiotici nei batteri, e perfino l’uomo non ha mai smesso di evolvere.